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giovedì 5 dicembre 2013

IL MERCENARIO

Non combatto sotto vessilli dorati, ne sotto una bandiera ne per credo o un ideale solo soldi: sono un mercenario. I cavalieri francesi e quelli inglesi si stanno scontrando lungo la costa bretone ma il re inglese non sa che un manipolo di francesi sta per aggredirlo proprio nel suo accampamento a Dardenne, sua moglie mi ha pagato per salvarlo. Cavalcai da Parigi a Rennes lì trovai quel folto gruppo di soldati. Subito capì che batterli da solo sarebbe stato impossibile, così inviai una lettera a qualche mio “amico” francese al a Château des chavalier, purtroppo quei mangia baguette sono molto lenti a muoversi; devo rallentarli. Giunsero in un piccolo boschetto riuscì ad abbattere qualche albero dovrei rallentarli così ma lo scontro è prossimo. I cavalieri che avevo richiesto sono giunti, ora si balla. Durante la notte aggredimmo i cavalieri nemici, ma erano molti e tutta la guarnigione a me amica venne eliminata e ora mi ritrovavo da solo contro una cinquantina di cavalieri, avevo soltanto la spada e l’impalatore sparai tutti i miei dardi e mi buttai a capofitto con la spada contro un soldato ferendolo gravemente, alzai lo spadone e ne falciai un altro, poi con un fendente ne uccisi due e dopo qualche decina di minuti di sanguinosi scontri rimasi solo io. Riscossi il dovuto e me ne andai verso un'altra preda e un'altra taglia. 

Ermanno De Pasquale

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