I modelli imposti dai media portano
troppo spesso alla rovina, se si confronta la propria immagine con i volti del
jet set e si risulta inadeguati, scattano forme di insoddisfazione, depressione
e si fa di tutto per essere magre e belle ma non sempre non si riesce. Anche le
passerelle della moda, con le modelle ultramagre, hanno operato in tal senso
generando l’ insorgere dell’ anoressia. La cura ha un processo lungo e
difficile, anche dopo la guarigione si conserva un rapporto ossessivo con il
cibo, il 10% ne muore. Gli anoressici ritengono di non aver diritto al piacere.
Il piacere più facilmente accessibile è dato dal cibo, quindi lo rifiutano. Fa testo
la storia di Kate Chilver morta a 31 anni dopo 16 anni da anoressica, pesava
29kg. La campagna contro la malattia porta le foto del suo corpo devastato. Anche
la bulimia è frutto di modelli sociali sbagliati, è un disturbo del
comportamento alimentare che si caratterizza con abbuffate seguite da pratiche
di compensazione, vomito, per liberarsi dell’eccesso di calorie. Chi soffre di
bulimia tende ad avere una consapevolezza del disturbo maggiore rispetto a chi
è affetto da anoressia, e a provare sensi di colpa per il proprio
comportamento. Il primo passo per guarire e ammettere ed essere consapevoli di
avere un problema. C’ è un altro disturbo, sempre legato agli alimenti, ed è la
celiachia, una intolleranza al glutine. Il celiaco a differenza dell’anoressico
o del bulimico si priva di alcuni cibi non per motivi estetici ma perché il
glutine è il fattore scatenante della malattia celiaca. La dieta priva di
glutine è infatti l’unica terapia possibile. E pensare che ci sono parti del
mondo dove si muore di fame.
Alessandra, Irma, Matteo e Emanuele
Questo articolo è stato realizzato da Martina A. Irma Silvia e Martina P. e pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 28\01\14
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