Il racconto è
una narrazione in prosa di contenuto fantastico o realistico, di maggiore ampiezza rispetto alla novella e di
minore estensione rispetto al romanzo. Chi si esprime nella
dimensione del racconto normalmente ne compone una serie, e il suo mondo
interiore si estrinseca in una costellazione di racconti: ciascun testo, per
quanto in sé concluso (a differenza dei capitoli di un romanzo è portatore di
una storia completa), va visto in collegamento unitario con gli altri
appartenenti alla stessa raccolta. Se riferito ad una specifica persona, il
racconto - di formato più o meno esteso - diventa biografico. Se il racconto è
scritto in riferimento a sé stessi, si è davanti ad un racconto autobiografico. In Occidente la
tradizione del racconto breve è molto antica, e va fatta risalire alle antiche
forme orali e ai generi medievali come l'exemplum, il fabliau e il lai. Ma il genere acquista la sua autonomia, in forma di
"novella", a partire dalla raccolta anonima de Il Novellino (1281-1300), e si afferma soprattutto con il Decameron (1350-1353) di Giovanni Boccaccio (1313-1375),
che ne fissa il canone fino al Rinascimento. Con il Decameron la novella si
emancipa dai generi medievali: ne viene rivendicata la novità (come indica il
nome stesso) e se ne attesta il carattere realistico. Elementi che rimarranno
costanti nei continuatori del genere, come Geoffrey
Chaucer(1343-1400 - Canterbury Tales, 1386-1387), Franco
Sacchetti (1335-1400 - Il Trecentonovelle, 1399), Marguerite de Navarre (1492-1549 - Heptaméron, 1540-1549), Matteo
Bandello (1480-1562 - Novelle,
1554), Miguel de Cervantes (1547-1616 - Novelas
ejemplares, 1613). Boccaccio introduce
anche la forma della narrazione a cornice (i singoli racconti sono inseriti in
un racconto più ampio che li contiene e li giustifica), prendendo l'esempio
dalla raccolta orientale Le mille e una notte, ma trasformando la cornice in un legame concreto con
le vicende contemporanee (la peste del
1348) e in uno strumento di coesione
tematica e compositiva. Editorialmente parlando, si può dire che la cornice è
oggi sostituita dalla raccolta in forma di libro, che presenta in modo unitario
un certo numero di racconti.
Dopo
la stagione d'oro della novella rinascimentale la narrazione breve gode di
fortuna alterna e convive con altri generi. Dopo la scarsa fortuna nel
periodo barocco,
le narrazioni brevi, anche se non nella forma della novella canonica, tornano
di moda nel Settecento (favole morali, apologhi,
racconti filosofici, fiabe argute come quelle di Gaspare Gozzi)
e ritrovano solo nell'Ottocento un pieno sviluppo.
Particolarmente significativi sono i racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776-1822)
che preludono alla ripresa romantica della novella e alla sua rinascita otto-novecentesca.
Autori importanti, che hanno influenzato notevolmente gli scrittori successivi
di racconti brevi, sono Edgar Allan
Poe (1809-1849), Guy de
Maupassant (1850-1893) e Anton Cechov (1860-1904).
Tra Otto e Novecento, dopo la grande stagione del romanzo moderno (che in
spagnolo e in inglese mutua il nome, proprio per il carattere realistico,
dall'antica novella, il racconto torna in auge soprattutto in alcuni paesi (Stati Uniti d'America, Russia, America
latina) e si afferma quasi universalmente con le pretese di un
genere nuovo, caratterizzato da alcuni elementi (brevità, essenzialità,
densità, unicità) codificati dallo stesso Poe, e assumendo spesso il nome
di short story o, in
italiano, di racconto breve (che
tende a sostituire il termine novella). In Italia, tra Otto e Novecento il
racconto breve trova un terreno particolarmente favorevole. Autori di racconti
brevi (anche se spesso chiamati novelle) sono tra gli altri Giovanni
Verga, Luigi Pirandello, Grazia
Deledda, Gabriele d'Annunzio, Italo Svevo, Tommaso
Landolfi, Primo Levi, Alberto
Moravia, Giorgio Bassani, Piero Chiara, Dino Buzzati, Italo Calvino, Antonio
Tabucchi
Silvia P.
Silvia P.
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